N° 26
(PARTE PRIMA)
BIANCO, ROSSO E BLU
PROLOGO
Il suo nome, il suo vero nome, non ha importanza, quello che importa adesso è il nome che porta quando indossa il costume rosso, bianco e blu. Lui è l’ultimo in una linea di eroi che hanno scelto di portare il peso di essere il simbolo di quanto c’è di buono nel suo paese, gli Stati Uniti d’America, il simbolo dei valori, degli ideali, delle aspirazioni di coloro che fondarono questa nazione oltre due secoli fa. Lui non lavora per i governi, anche se l’ha fatto in passato e continuerà a farlo quando sarà necessario, lavora per la gente, per il popolo di questo grande paese. Coloro che lo hanno preceduto hanno sempre fatto del loro meglio. Alcuni sono caduti nell’adempimento del dovere, altri hanno deciso che non era la loro strada, tutti hanno perseguito il sogno, Ora tocca a lui. Ci sono stati momenti in cui non si è sentito all’altezza, in cui ha pensato di non essere degno, ma ora, mentre è circondato da orde di nemici e tiene ben saldo il suo scudo, il ragazzo non pensa a questo. Ora, lo sa bene, è il momento di dimostrare a loro, più che a se stesso, di essere degno del sogno, degno di combattere per esso. Intorno a se ha più di dodici uomini armati. Non ha importanza, combatterà e vincerà. Dopotutto lui è Capitan America..
1.
Il luogo lo abbiamo già visto altre volte, è una sala in penombra al cui centro sta un tavolo, circolare, così che nessuno dei presenti si senta in posizione d’inferiorità rispetto agli altri. Quanto ai presenti, sono uniti dal comune credo nella più spregevole ideologia che sia mai stata concepita nel XX Secolo o negli altri, se è per quello. I loro nomi? Il Seminatore d’Odio: nel suo corpo clonato dalle sue cellule risiede la coscienza nientemeno che di Adolf Hitler e questo basta a spiegare tutto su di lui; il suo scopo è quello di sempre, solo i mezzi sono diversi, ma non poi tanto. Il Teschio Rosso era il suo spietato agente durante il Terzo Reich, plasmato dai suoi insegnamenti, ma ora l’allievo ha, forse, superato il maestro. Wolfgang Barone Strucker, uno spietato Junker Prussiano, feroce comandante di un reparto d’elite durante la Seconda Guerra Mondiale, ricopre il ruolo di Supremo Hydra, il Capo della più spietata ed organizzata forza terroristica del mondo. Helmut XIII Barone Zemo è il degno erede del genio scientifico e della malvagità del padre ora defunto0uno dei più spietati criminali di guerra nazisti. La vera identità dello Scienziato Supremo dell’A.I.M. è ignota a tutti, tranne agli altri uomini seduti a quel tavolo. Ognuno di loro è a capo di una sua organizzazione il cui fine ultimo è il dominio sul mondo, insieme hanno unito le loro forze in un cartello che coordina le loro azioni. Nessuno, a parte loro stessi ed una manciata di fidati luogotenenti, è al corrente di quest’accordo segreto e nemmeno gli stessi aderenti a ciascuno dei loro eserciti privati ne sospettano l’esistenza e, tantomeno, di essere manovrati come pedine di un piano molto più complesso, parti di una ragnatela invisibile. Oggi a quel piano sarà aggiunto un ulteriore tassello.
Strucker si alza in piedi e parla:
-Camerati, ho il piacere di annunciarvi che l’ultimo membro del nostro consesso è finalmente pronto ad unirsi a noi. Da molto tempo, ormai, si è assunto il compito di coordinare i nostri agenti infiltrati nei gangli vitali della politica e dell’economia dei governi mondiali, in particolar modo quello degli odiati Stati Uniti d’America. Un compito che si è assunto volentieri, guidando una rete di agenti che ignorano l’esistenza gi uni degli altri e ricostruendo un’organizzazione di antica tradizione che altri avevano usurpato ed usato per i loro fini, arruolando perfino membri delle razze inferiori. Com’era giusto che avvenisse, sono stati sconfitti ed ora lui può prendere il suo giusto posto tra noi. Accogliete… il Numero Uno dell’Impero Segreto!-
Nella sala avanza una figura avvolta in una tunica rossa che l’avvolge da capo a piedi. All’altezza del petto e sulla sommità del cappuccio è inciso il numero 1 in caratteri romani. Con calma si siede nell’unica poltrona libera, tra Strucker e Zemo.
-È un piacere averti tra noi.- commenta il Seminatore d’Odio –Ora i nostri ranghi sono completi e tutto è come doveva essere. I molti sono uno ed insieme adempiremo al nostro destino, un destino di dominio e di vittoria.-
Il
Teschio Rosso aspira una lunga boccata di fumo dal suo bocchino, poi scuote con
noncuranza la cenere della sigaretta e dice:
-Sehr Gut, ora passiamo agli affari. Abbiamo molto di cui discutere, giusto?-
E quelle semplici parole, pronunciate dalla sua voce sinistra sono il preannuncio di una tempesta.
Sembra una bella giornata e Jeff Mace si risveglia come ogni mattina alle sei in punto, si mette una tuta ed esce, cominciando, quindi, a correre lungo l’isolato. Come sempre, Brooklin Heights ha un’aria strana a quest’ora, non esattamente addormentata, ma nemmeno del tutto sveglia. Gli piace questa città e gli piace questo quartiere. Qui è più vicino alla gente vera, quella che vive e lavora sodo tutto il giorno, con problemi come l’affitto od il mutuo della casa da pagare, il costo della vita o problemi più spiccioli come il rendimento scolastico dei propri figli e cose così. Per loro l’abbattimento di un sanguinario dittatore straniero è qualcosa di lontano, appartenente ad un altro mondo, quello dove si muovono creature vestite di costumi sgargianti ed attillati, che vivono al di sopra della folla, senza i problemi della gente comune. Se solo sapessero… se comprendessero che sotto quelle maschere ci sono esseri umani, uomini e donne proprio come loro, con le stesse gioie, le stesse ansie e spesso gli stessi problemi e chissà che il mettersi quei costumi, coprirsi il volto con delle maschere non sia un modo per nascondere le proprie insicurezze, per far finta essi stessi di non essere così umanamente fragili? Troppe domande e nessuna vera risposta, ma forse non c’è davvero una risposta o non ha senso cercarla. Alla fine, Jeff rientra nel suo appartamento e, dopo una doccia veloce, è pronto ad affrontare la giornata. È appena uscito sul pianerottolo, che si fa avanti la sua vicina, l’anziana Anna Kapplebaum, che lo saluta sorridente:
-Buongiorno, Jeff, ti unisci a noi per colazione?-
-Volentieri Mrs. Kapplebaum, arrivo.-
Anna è un
po’ la madre di tutti nel palazzo, nel suo caso, forse, sarebbe più corretto
dire, la nonna. Certo, a volte può sembrare un po’ invadente, ma basta
ricordarsi che lo fa per affetto sincero e non è una cosa da trascurare di
questi tempi.
Un
altro luogo nascosto, una sala con dei monitor e due persone al suo interno: un
uomo ed una donna. La donna indossa una guepiere violetta il cui design ricorda
la famigerata uniforme del Barone Zemo, il suo volto è coperto sino all’altezza
delle labbra da un velo che ricorda, appunto la maschera di Zemo. Si fa
chiamare La Baronessa. L’uomo di fronte a lei è anche lui in costume, la
maschera ricorda la testa di una tigre e lo chiamano Tigre Volante. Entrambi
stanno seguendo le ultime notizie sui più recenti exploit dei Vendicatori.[1]
-Notizie interessanti, vero?- dice
la donna.
-Bah, supereroi.- ribatte la Tigre
Volante –Preferirei non parlare di quel surrogato dell’unico, vero Capitan
America e dei suoi alleati e concentrarmi su cosa faremo noi. Sono stufo di
stare nascosto a girarmi i pollici.-
-Tranquillo, amico mio.- replica
la Baronessa –Avrai presto tutta l’azione che vuoi e non ti pentirai di essere
rimasto con me dopo la tua fuga dal Tribunale.- [2]
-Intanto hai perso il tuo Quartier
Generale.-[3]
-Un semplice contrattempo. Peccato
per la fuga di quella Riordan, ma non intralcia i miei piani, in fondo, e ci
sarà tempo in abbondanza per regolare i conti con lei, perché un giorno
c’incontreremo ancora e solo una di noi due ne uscirà viva e non sarà lei.-
Il
tono della Baronessa è inquietante e la Tigre Volante si chiede se non sia un
po’ pazza, ma non gli importa in fondo, la seguirà finche gli farà comodo e poi
riprenderà la sua strada, ha ancora in mente quell’avvocatessa militare,
Elizabeth Mace.Uno di questi giorni le farà una visita, proprio così. Sotto la
sua maschera la Tigre Volante sorride.
2.
Essere
il simbolo del proprio paese, un supereroe impegnato nel salvare il mondo
almeno una volta alla settimana ed al contempo mantenere un’identità segreta
non è certo una cosa facile e Jeff Mace ne sa qualcosa. In questi giorni non ha
avuto molto tempo per pensare alla sua vita privata ed è un male perché,
nonostante tutti i doveri che comporta la maschera, non può e non vuole
permettersi di trascurarla. Negli ultimi tempi ha saltato diverse lezioni del
corso di Giornalismo che frequenta all’Empire State University e questo
potrebbe costargli caro alla fine Non è stato piacevole essere convocato dal
Preside per un discorsetto di circostanza che significava, in sintesi: “Datti
da fare o sarai bocciato”. Per Jeff sarebbe dura da mandar giù, dopotutto
l’idea del Master in giornalismo è stata sua e se fallisce…i suoi genitori non
la prenderebbero bene, questo è certo, e ci sarebbero i paragoni imbarazzanti
con sua sorella Elizabeth che ha bruciato le tappe ed a 25 anni è sia avvocato,
che Capitano dei Marines. Beh è lei il genio della famiglia, lui è solo un
ragazzo normale. Si, certo, un ragazzo normale che ama vestirsi in bianco, rosso
e blu e mettersi nei guai. E per cosa, poi? Per una nazione ingrata pronta a
rivoltarglisi contro al primo soffiar di vento? Ma come ha fatto Rogers a
resistere per tutti questi anni? La risposta gli viene facile: c’è qualcosa in
questo lavoro, chiamalo senso del dovere o forse è solo una forma
d’intossicazione, ma ti entra dentro e non puoi sfuggirgli per quanto ci provi.
Le
considerazioni che Jeff sta facendo sono interrotte quando nel suo campo visivo
entra una ragazza alta bionda e dal fisco atletico. Si ricorda di lei, l’ha già vista un altro paio di volte al
“Caffè a go go”, ma non sa come si chiami. Così studia anche lei all’E.S.U.?
Buono a sapersi.Ma chi vuol prendere in giro? Non troverà mai il coraggio di
fermarla e parlarle. Quando si tratta di donne è decisamente timido ed
imbranato. Il che gli ricorda improvvisamente che ha promesso una cosa a Wasp
ed è meglio che si avvii al Palazzo dei Vendicatori e non come Jeff Mace, ma
come Capitan America.
Robbie
Baldwin agita una mano davanti agli occhi di Cathy Webster.
-Terra a Cathy Webster, sei sempre
con noi?-
-Oh sì. Scusa, Robbie, ero immersa
nei miei pensieri.-
-Uhm, secondo me ti sei distratta
a guardare quel marcantonio biondo che è appena passato e ti sei dimenticata
dell’altro bel biondone che hai al fianco. Forse dovrei essere un po’ geloso.-
-Oh non scherzare Robbie. Non so
nemmeno chi sia, l’ho solo visto due volte al “Caffè a go go”.-
-Ma te le ricordi bene, vedo. Ok,
ho capito, sto zitto.-
-Sarebbe una grande novità per te.
Ora scusami, ma sto facendo tardi alla lezione.-
E
Cathy Webster, segretamente l’eroina chiamata Spirito Libero, si avvia verso la
sua aula, ignara che i disegni del destino la porteranno ad incrociare il suo
cammino con quello di Jeff Mace in un’avventura che metterà in gioco le loro
stesse vite.
Falls Church, Virginia. Nel suo ufficio nella sede
del J.A.G. della Marina, il Capitano dei Marines Elizabeth Mary Mace, sorella
del citato Capitan America, sta riflettendo. Non ha detto a nessuno della
strana telefonata che ha ricevuto qualche giorno fa in cui una voce di donna,
che sembrava quella di sua sorella Roberta, scomparsa da mesi, chiedeva il suo
aiuto. Inutile allarmare inutilmente i suoi genitori o suo fratello, senza
essere sicura di niente.Per quanto, forse le attrezzature dei Vendicatori
avrebbero potuto essere utili per… per cosa? Senza sapere nemmeno cosa cercare?
Beh almeno una cosa la sa adesso: sua sorella è viva ed è stata rapita. O
almeno questo è quello che spera: che quella fosse veramente la voce di Roberta
e non un macabro scherzo. No, dev’essere così, non può permettersi di pensarla
diversamente. Ma se è stata rapita… da chi e perché? È legato alla carriera
politica di suo padre? O, pensiero appena un po’ più inquietante, qualcuno sa
quel che non dovrebbe sapere e cioè che Jeff Mace III è il nuovo Capitan
America? Finora a saperlo sono in pochi e fidati, ma, per quanto pochi siano,
sono sempre abbastanza perché l’informazione possa essere trapelata mettendoli
tutti in pericolo. Calma, deve cercare di non essere paranoica.
Lo squillo
del telefono la fa sussultare.Mentre risponde Lizzie sente una sottile
sensazione di pericolo.
<<Buongiorno Capitano
Mace.>> la voce è fredda, impersonale, ha qualcosa di artificiale, come
se fosse filtrata da qualcosa. Nessuna sfumatura, nessun accento, solo una voce
e le dà i brividi.
-Chi è lei?-chiede Lizzie
inquieta.
<<Sono l’uomo che può dirle
che fine ha fatto sua sorella Roberta.>>
-E lei che ne sa? L’ha rapita Lei?
Perché? Se non parla io…-
<<Calma Capitano, abbia
pazienza e saprà tutto quel che le preme sapere. La ricontatterò presto.>>
Il
lieve rumore di uno scatto e la comunicazione termina, lasciando che la
sensazione di inquietudine di Lizzie cresca.
3.
Il suo nome, o meglio il nome con
cui è conosciuto, è Jack Daniels. Ufficialmente è un agente del Federal Bureau
of Superhuman Affairs, più brevemente F.B.S.A., incaricato di dare la caccia ai
supercriminali fuggiaschi. È raro vederlo così: in maniche di camicia, con la
cravatta slacciata, mentre sorseggia un bicchiere d’acqua presa al distributore
automatico e guarda fuori dalla finestra, immerso nei suoi pensieri ed
osservando un panorama vulnerato dai fatti dell’11 settembre. Quali che siano i
suoi pensieri, siamo destinati a non saperli, almeno non adesso, perché la sua
attenzione viene distratta da una notizia che arriva da un monitor sintonizzato
su un canale di notizie 24 ore su 24. L’espressione di Jack si fa sempre più
attenta, la mascella si serra in un’espressione determinata, mentre prende una
decisione,
L’Agente
Speciale Allie Magruder pensa che ci sono cose peggiori al mondo che far coppia
con Jack Daniels, anche se ci sono volte in cui un muro di pietra mostra più
emozioni di lui. A livello d’espressività gli ricorda a volte quell’attore che
faceva Ivan Drago in “Rocky IV”, com’era che si chiamava? Beh, chi se lo
ricorda? Comunque, forse era più espressivo. Non che Jack sia un cattivo
partner, sa essere molto efficiente, ma anche molto misterioso. Ci sono dei
momenti in cui sparisce per giorni interi e poi riappare senza una spiegazione.
È evidente che c’è qualcosa dietro o forse ha amici molto potenti nelle alte
sfere, dicono che esca con una che è stata un vero pezzo grosso del Governo.
Riflettendo su questo, Allie rientra in ufficio e dice:
-Ehi Daniels, ho appena sentito di
un avvistamento del Superpatriota a Midtown, forse dovremmo…-
Non completa la frase: Jack
Daniels è scomparso. Eppure l’aveva lasciato in ufficio. Dove può essere andato
a finire in così poco tempo, lasciando, per giunta, la giacca
sull’attaccapanni?
È
alto e massiccio; impossibile stabilire se la sua stazza è dovuta al costume
che indossa o è naturale, magari aumentata artificialmente per mezzo di qualche
processo quasi certamente illegale. Indossa un costume prevalentemente rosso e
blu, con decorazioni bianche ed una stella disegnata sul petto e sul cappuccio
che gli copre la parte superiore del volto. Si fa chiamare Super Patriota e
nessuno ha idea di chi sia. È comparso per la prima volta durante un’azione
terroristica del gruppo U.L.T.I.M.A.T.U.M. ed ha sconfitto con facilità gli accoliti
presenti.[4]
In seguito ha fatto una manciata di altre apparizioni, qualificandosi
chiaramente come rappresentate di un patriottismo cieco e reazionario. I suoi
metodi sono sbrigativi e brutali e spesso incuranti delle conseguenze per gli
innocenti. Forse ai suoi stessi occhi è un eroe, ma non sono molti a pensarla
così.
Prendiamo,
ad esempio, il caso attuale: forse gli uomini che ha appena abbattuto sono
davvero gli aderenti ad una cellula terroristica araba o forse no, ma credete
che a lui importi davvero? Li ha inseguiti per le strade di New York e li ha
cacciati senza pietà. Uno di loro è stato sbattuto sulla traiettoria di un
camion in corsa ed ora ha numerose fratture e lesioni interne, forse non vedrà
la notte, ad un altro ha spezzato entrambe le braccia con disinvoltura e quanto
al terzo, è stretto contro un muro, annaspando in cerca d’aria, mentre una mano
ferrea gli stringe la gola ed una voce spietata gli chiede:
-Dimmi perché non dovrei spezzarti
il collo.-
-Perché lo dico io.-
La voce
stentorea è accompagnata dal lancio di uno scudo, che passa a pochi millimetri
dal naso del Super Patriota senza sfiorare né lui, né il suo prigioniero, ma
costringendolo, comunque, a mollare la presa. Lo scudo descrive un arco e poi
torna nella mano di chi l’ha lanciato.
-Capitan America?- esclama il
Super Patriota.
-Ti piacerebbe.- è la risposta di
U.S.Agent –Io sono molto più duro. Sei ricercato per multiple violazioni della
legge federale, ti arrendi pacificamente o devo farti inghiottire tutti i
denti?-
Un
sorriso si dipinge sul volto del Super Patriota
-Non mi arrenderò mai ai traditori
come te.- risponde.
-È proprio quello che speravo che
rispondessi.- è la replica di U.S.Agent, mentre si getta su di lui.
Ti
chiami Capitan America ed è un ruolo che prevede molte responsabilità, sei
anche un Vendicatore e pure questo ruolo comporta molte responsabilità, ma
nessuno ti aveva mai detto che tra i tuoi compiti c’era anche quello di fare da
baby sitter ai nuovi arrivati.
-Io dovrei fare cosa?- esclami
sconcertato.
-Solo dare un’occhiata alla nostra
vecchia amica Rachel Leighton, l’originale Diamante, oggi membro dei
Thunderbolts col nome di Miss America, replica Occhio di Falco.
-Ma… per quanto ne sappiamo, era
lei che nei panni di Snapdragon era alleata di Superia nel suo folle piano di
conquista del mondo.-[5]
-Infatti.- è il commento di Wasp
-Lei non ne parla e noi Vendicatori abbiamo giurato di rispettare la privacy
dei nostri membri ed alleati. Un giorno ce ne parlerà lei, se vorrà. Tuttavia
abbiamo deciso che, se non è in missione col suo gruppo, dovrà essere
accompagnata da uno di noi ad ogni sua uscita in costume. Stavolta è toccato a te.-
-Capisco, non dico che mi piace,
ma lo farò. Piuttosto: le avete detto che assumere l’alias di Miss America
potrebbe dar fastidio ai vecchi sopravvissuti tra gli eroi della Seconda Guerra
Mondiale o dei loro discendenti. La Trottola e Miss America, quelli veri voglio
dire, hanno un figlio, giusto?-
-Tu dici che Nuklo potrebbe
risentirsi perché Rachel non ha chiesto il suo permesso prima di usare il
costume ed il nome di sua madre? Per non parlare di Delroy Garrett[6]
con quelli di suo padre? Confesso che non ci avevo pensato.- interviene Occhio
di Falco.
-Beh, avreste dovuto.- è la tua
secca replica –Beh adesso, forse sarà il caso che faccia il mio lavoro, se
volete scusarmi…-
Mentre
esci, non puoi sentire il dialogo tra Wasp ed Occhio di Falco.
-Dici che se l’è presa?- chiede la
donna.
-Gli passerà.- replica Occhio di
Falco –So cosa si prova nella sua situazione ed il vecchio Cap mi avrebbe messo
in riga alla prima protesta, lui non ha nemmeno realmente protestato in fondo.-
-Mi preoccupa un po’ quel suo
accenno ai supereroi della Seconda Guerra Mondiale. Ho come avuto l’impressione
che sapesse più di quanto ci ha detto. Chiamami paranoica, ma comincio a
pensare che, quando abbiamo permesso quel cambio di nomi, abbiamo agito troppo
affrettatamente e senza valutare a fondo tutte le possibili conseguenze.-
-Bah, che vuoi che succeda?
Arriverà qualcuno arrabbiato, ci sarà una sana scazzottata e poi si appianerà
tutto, vedrai. Almeno, ai vecchi tempi succedeva così.-
4.
Ammettiamolo,
la ragazza è un bel tipino. Certo ci sarebbero alcune cose da dire su di lei:
innanzitutto è più anziana di te di, vogliamo dire dieci anni? Beh questo non
sarebbe un problema, forse, se non fosse per altre cose: è stata la ragazza di
Rogers, anche se non riesci proprio a capire cosa ci trovasse in lei, a parte
le cose evidenti, ovvio; poi, se era davvero lei, ha cercato di ucciderti nei
panni di Snapdragon e fatti del genere hanno una certa influenza nel renderti o
meno antipatica una persona; infine, il suo nuovo costume e nome di battaglia
ti mettono a disagio. Tuo nonno ha combattuto al fianco della vera Miss America
sia quando lui era ancora il Patriota ed entrambi erano membri della Legione
della Libertà, sia dopo la Guerra, come membri della Squadra dei Vincitori.
Ricordi le storie che ti narrava da bambino e credi che questa ragazza sia
stata, beh diciamo irrispettosa nell’assumere quell’alias e glielo fai pesare.
Naturalmente, influisce anche il suo atteggiamento nei tuoi confronti,
decisamente di diffidenza e forse, risentimento.
La
prima cosa che ti ha detto quando ti ha visto è stata:
-E così tu saresti il ragazzino
che ha preso il posto del vero Capitan America eh?-
Non
nascondi la tua irritazione mentre le rispondi:
-Ascolta, parliamoci chiaro,
amica, io sono Capitan America e se la cosa non ti piace sono affari tuoi, a me
non interessa. Mi hanno chiesto di tenerti d’occhio e lo farò, ma non deve piacermi.-
-Tenermi d’occhio! Sciocchezze, ho
sempre saputo cavarmela da sola.-
-Certo, certo. Ho letto il tuo
dossier Miss Leighton. Hai avuto una vita difficile, te lo concedo e forse
potrei scusare il fatto che ti sei data al crimine, ma cos’hai fatto quando ti
è stata data la chance di cambiare vita? Hai ucciso una tua nemica e...-
-Lei… lei aveva tentato di
uccidermi.- replica la ragazza.
-Ok, posso concedertelo, ma dopo
cos’hai fatto? Ti sei sbarazzata del cadavere, hai tenuto tutto per te, hai
mentito all’uomo di cui eri compagna, un uomo moralmente molto migliore di te e
che non ti ha abbandonato per questo quando ha saputo la verità e tu cosa hai
fatto? Non solo non hai affrontato le conseguenze dei tuoi atti, ma sei
scappata unendoti ad una sua nemica.-
-Tu non capisci, non puoi capire…
dovevo farlo.-
-Per salvargli la vita? Conosco la
storia ed immagino che tu l’abbia considerato un nobile sacrificio. Beh, non la
bevo. Se vuoi che ti dica come la penso, tu sei sempre pronta a prendere la via
più facile. Pensi che sia divertente, vero? Unirti ad un gruppo giocare alla
supereroina con il nome di una vera eroina, una che ha davvero combattuto per
ciò in cui credeva, che non è mai scappata dinanzi alle sue responsabilità.
Perché è questo che farai tu un giorno o l’altro, ci scommetto e disonorerai la
memoria della vera Miss America.-
-Non darti tutte queste arie da
santarellino solo perché vesti l’uniforme amico. Io amavo il vero capitan
America e non passa giorno che non lo ricordo. Quando ho saputo della sua morte[7]
io… ma perché perdo tempo a parlarti, non mi starai mai a sentire.-
La
discussione potrebbe proseguire a lungo se La communicard di Cap non suonasse.
-Cosa c’è Wasp?-
<<Pensavo ti interessasse
sapere che il tuo vecchio amico U.S.Agent sta combattendo col Super Patriota a
Midtown. Noi ci stiamo già preparando ad intervenire.>>
-No Wasp.- rispondi –Se non ti
spiace, preferirei pensarci da solo… con… Miss America.-
<<Come preferisci Capitano,
datti da fare, allora.>>
La
trasmissione viene chiusa e tu ti rivolgi alla tua alleata:
-Dunque, diamoci da fare. Vieni.-
Sezione
S.H.I.E.L.D. di Richmond, Virginia. Il Dirigente in Comando della Sezione,
Supervisore Sharon Carter è nel suo ufficio, intenta ad organizzare il suo
lavoro. Per quanto la sua vita non sia priva di eventi traumatici, ultimamente
è avvenuto qualcosa che potrebbe aver davvero spezzato il suo spirito. Durante
la recente crisi infernale un gruppo di demoni ha abusato ripetutamente di lei.
Quando la crisi passò, la ritrovarono rannicchiata in posizione fetale, nuda e
ricoperta del suo stesso sangue ormai secco, per tacere di altro. Le ferite del
corpo guarirono in fretta, le analisi mediche non evidenziarono indesiderate
conseguenze per la sua salute. Nei giorni successivi Sharon rimase catatonica,
incapace di comunicare col mondo esterno, poi, un po’ alla volta, riprese a
muoversi e ad accettare il nutrimento che le veniva offerto. Solo dopo diverse
settimane riprese a parlare, ma non accennò mai agli eventi che aveva vissuto.
Nick Fury decise di rimuoverla dagli incarichi sul campo e la destinò alla
direzione della Sezione della Virginia, cosa che, sebbene sembrasse non
importarle, comportò una promozione ed un aumento di stipendio. Forse Fury
sperava che nel suo Stato natale Sharon potesse ritrovare un equilibrio, ma non
sembra essere stata una strategia vincente.
L’agente
di fronte a lei le porge un foglio e le dice qualcosa. Sharon non sembra ascoltare,
è come se la sua mente fosse altrove.-
-Mi scusi Supervisore, va tutto
bene?- chiede l’agente.
Sharon
lo guarda come se si fosse accorta di lui solo ora.
-Certo.- risponde secca
In
quel momento, la porta si apre e compare la testa piena di riccioli neri di una
giovane donna con gli occhiali.
-Oh, scusate.- dice –Speravo di
parlare un po’ con te Sharon.-
La
dottoressa Andrea Sterman, un’altra delle geniali idee di Fury. Una psicologa a
contratto che deve esaminarla periodicamente. Immagina che debba valutarla e
Sharon sa che se la valutazione sarà negativa, la sua carriera sarà finita
Vorrebbe che la cosa le procurasse delle emozioni, ma le sembra quasi che stia
accadendo ad un’altra. Sarà, comunque meglio che le parli.
-Entri pure dottoressa Sterman.-
le dice, poi si rivolge all’agente -Lei vada Reynolds … e quando la dottoressa
Sterman sarà uscita, voglio qui il Responsabile della Sicurezza e la mia
segretaria. Non è possibile che un civile estraneo arrivi al mio ufficio senza
essere annunciato, Ho detto: vada Reynolds, si muova.-
Andrea
Sterman si siede, accavalla le gambe e sorride, forse un po’ nervosamente.
-Ho scelto una giornata
impegnativa, Sharon?- chiede.
-Non ci sono giornate buone
Dottoressa.- è la secca risposta dell’altra donna..
Andrea
riflette sul fatto che forse per la prima volta Sharon carter può aver fatto un
commento alla sua situazione.Se fosse così, sarebbe l’unico passo avanti in
settimane di terapia e non sa dire se è incoraggiante.
Un
tempo, il suo nome era Sean Clinton McIntyre ed era sergente dell’Esercito
degli Stati Uniti.ed anche un uomo violento. Uccise un suo superiore durante
una discussione e fu condannato a morte.
Alcuni pezzi grossi gli offrirono un’alternativa all'esecuzione:
sottoporsi ad un esperimento segreto chiamato Progetto Rinascita. Era il 1940,
anno in cui le nubi della guerra in Europa si addensavano minacciose anche
sopra gli Stati Uniti ed il Governo aveva deciso di sponsorizzare un
trattamento fatto di sostanze chimiche e non meglio specificate radiazioni, il
cui scopo era portare il fisico umano al suo massimo potenziale. Tra i candidati
fu prescelto il gracile e malaticcio Steve Rogers, ma alcuni nell’Esercito
pensavano che non fosse l’uomo adatto e preferirono testare il preparato su un
soggetto di loro gradimento: il sergente McIntyre, appunto. Qualcosa non
funzionò a dovere, però, il siero somministratogli era un prototipo instabile
ed ebbe inaspettati effetti collaterali: pochi attimi dopo averlo bevuto.
McIntyre ebbe un collasso cardiocircolatorio ed apparentemente morì.
Apparentemente, perché come si sarebbe scoperto oltre 60 anni più tardi, in
realtà era solo caduto in uno stato di animazione sospesa in cui tutte le
funzioni vitali erano ridotte in misura quasi prossima allo zero. I
responsabili fecero immediatamente sparire il suo corpo e l’intero incidente fu
dimenticato… almeno finché gli agenti dell’A.I.M. recuperarono il corpo,
apparentemente non invecchiato di un giorno e riuscirono a ripristinare le sue
funzioni vitali. McIntyre fu fornito di un costume simile a quello di Capitan
America e di uno scudo simile a quello triangolare originariamente usato da
quest’ultimo e gli fu dato il nome di un eroe in costume attivo durante la
Seconda Guerra Mondiale: il Maggiore Libertà. Quando scoprì di essere stato
ingannato dall’A.I.M. e dal Teschio Rosso, il Maggiore si ribellò loro. Ora,
uomo fuori dal suo tempo, cercando di adattarsi ad un mondo irriconoscibile
rispetto a quello in cui è nato, Sean Clinton McIntyre percorre in lungo ed in
largo l’America alla ricerca dei rifugi dell’A.I.M., deciso a riscattare i suoi
errori passati.
Il
posto è Philadelphia, Pennsylvania. Fu qui che fu proclamata l’indipendenza
delle 13 Colonie Unite dalla Gran Bretagna; è qui che è custodito un simbolo
della nazione: la Campana della Libertà ed è sempre qui che troviamo il nostro
ex sergente McIntyre, mentre termina di consumare un frugale pranzo in un
piccolo diner. Negli ultimi tempi ha tenuto un basso profilo, ma prima o poi
ritroverà le tracce dell’A.I.M. e terminerà quello che ha cominciato, pensa.
Non può sapere che l’A.I.M. lo sta già sorvegliando.
-Il soggetto McIntyre è stato
individuato Signore.- dice un Agente dell’A.I.M. nella consueta uniforme, anche
se il colore non è il solito giallo, ma un blu intenso.
-Molto bene.- risponde una figura
fuori campo –Sapete cosa fare, prendetelo!-
Gli
attori sono ai loro posti ed ora la rappresentazione comincia.
(O: il Distinto
Gentiluomo di Harlem)
La Capitale dello Stato di New York non è, come molti
erroneamente pensano, la città omonima, ma la relativamente piccola città di
Albany, più a nord. Il Campidoglio di Albany è l’edificio in cui hanno sede:
l’Assemblea di Stato, ovvero la Camera Bassa, composta da 150 rappresentanti ed
il Senato, composto da 62 membri. Uno
di questi membri, è il neoletto Senatore del 30° Distretto senatoriale, che
comprende la zona di New York City nota Harlem. Il suo nome è Samuel T. Wilson.
Lo si può definire un novellino della politica, ma quello che gli manca in
esperienza può supplirlo con l’entusiasmo, se riuscirà a mantenerlo dopo il
primo giorno, s’intende.
Ore
9:14. Mentre pronuncia le parole del giuramento con cui entra
ufficialmente in carica come Senatore dello Stato di New York, Sam Wilson non
può fare a meno di chiedersi se sarà all’altezza del compito. Buffo, però, non
ha mai avuto problemi a combattere, nei panni di Falcon, gente come il Teschio
Rosso o addirittura il demone Chthon e non si è mai sentito nervoso come ora.
Finito di giurare getta uno sguardo verso le persone che l’hanno accompagnato:
sua sorella Sarah Casper col figlio Joy, il Reverendo Garcia, successore di suo
padre come punto di riferimento spirituale del suo quartiere e Leila Taylor, ex
amante ed attualmente sua manager elettorale.
-Sono così felice per te, Sam.-
gli dice Sarah –Papà sarebbe così fiero di te se fosse qui.
-Tu dici? Io lo spero.- il ricordo
di suo padre gli riporta sensazioni piacevoli e dolorose al tempo stesso. Il
Reverendo Paul Wilson era un pastore Battista dello stesso stampo di un Martin
Luther King e fu proprio questo che lo portò ad essere assassinato mentre
cercava di impedire uno scontro tra bande. Ripensandoci questo rende
decisamente strana la sua amicizia con un militare di carriera come il Generale
Ryker, ma questi sono quesiti per un altro momento,[8]
ora deve pensare ad altro.
-Ora penso che dovrei andare al
mio ufficio… qualcuno sa dove si trova?- chiede.
Ore
9:47. Finalmente il gruppetto ha raggiunto l’ufficio di Sam nel palazzo
di fianco al Campidoglio chiamato Legislative Office Building. Appena vi
entrano, ci trovano quattro persone di cui tre sono nere ed una di loro si
volge sorridendo verso di lui: è una donna di circa 22 o 25 anni, dalla pelle
color ambra e due profondi occhi neri. Indossa una camicetta bianca e una gonna
scura e gli porge la mano dicendo.
-Il Senatore Wilson, giusto?-
-Ehm, si.- risponde Sam
stringendogliela istintivamente –Mi scusi, ma non sono ancora abituato a farmi
chiamare così miss…-
-Abby Lawrence.- risponde lei
–Svolgevo le funzioni di segretaria per il Senatore Jessup quando… beh lo sa,
no?-
Si
riferisce al fatto che il predecessore di Sam si era ucciso prima di essere
arrestato per corruzione e connessioni col Crimine organizzato. Sam fa un cenno
d’assenso col capo e la ragazza prosegue:
-Immagino che vorrà fare molti
cambiamenti nello staff, ma del resto non siamo preoccupati. Sa siamo quasi
tutti stagisti ed avremmo comunque terminato a fine sessione.-
-Uhm. Mi lasci il tempo per
ambientarmi Miss Lawrence, per il momento potete rimanere tutti.- risponde Sam
-Bene. In attesa del suo arrivo,
mi sono permessa di stilare un calendario dei suoi appuntamenti: per primi deve
vedere il Presidente Temporaneo del Senato ed il Leader della Minoranza per la
nomina nelle Commissioni Permanenti, poi…-
Si
comincia sul serio, pensa Sam
Ore
11:58. Due ore di colloquio con i Leader del Senato e ne è uscito con
la nomina a membro di almeno sette Commissioni. La più importante, almeno per
lui, quella sui Servizi Sociali. Come assistente sociale si è lamentato spesso
dell’inadeguatezza legislativa , ora almeno ha la possibilità di farci
qualcosa. Tornato nel suo ufficio Sam vi trova un biglietto di Leila. Ha dovuto
lasciare Albany per impegni di famiglia, si farà viva presto. Peccato, sperava
di pranzare con lei. Famiglia. Da quando gli ha rivelato di essere sposata con
un Senatore degli Stati Uniti, nonché famoso leader afroamericano radicale, e
di essere madre di due gemelle, Leila non ha più parlato della sua famiglia e
del suo matrimonio, chissà perché. Oh beh, avranno modo di riparlarne.
Dopotutto Leila deve organizzare la sua rielezione all’elezione generale tra
pochi mesi. Buffo, è appena stato eletto ed eccolo di nuovo in campagna
elettorale. Beh, lasciamo perdere e vediamo cosa lo aspetta adesso,
Ore
14:45. Appena arrivato nella Sala Riunioni. Sam viene presentato dal
Presidente della Commissione Servizi Sociali agli altri sei membri, quattro
repubblicani e due democratici come lui. Si siede accanto al membro anziano di
Minoranza.
-Ho sentito che era un assistente
sociale prima dell’elezione.- gli dice questi –Ci potrà far comodo la sua
esperienza qui dentro.-
-Beh io me lo auguro.- risponde
Sam. Prima che possa dire altro, il Presidente da inizio alla seduta.
-I primi punti all’ordine del
giorno sono: le proposte di utilizzo degli stanziamenti per i Servizi Sociali e
le nuove nomine sottoposteci da Governatore . Do la parola al Senatore Johnson,
che la richiede.-
.-La ringrazio signor Presidente.
Sarò breve colleghi senatori…-
Sarà
una lunga seduta, pensa Sam.
Ore
17:32. Tornato nel suo ufficio Sam spererebbe di rilassarsi, ma Abby
Lawrence si fa subito viva:
-Volevo ricordarle che ci sono i
rappresentanti delle Lobbies che aspettano di essere ricevuti.-
-I... cosa?-
-Beh, vediamo: c’è l’associazione
dei Costruttori Edili per quel progetto di rinnovamento urbano; la Consolidated
Edison, immagino vogliano parlare di quel progetto per una nuova centrale, e
poi abbiamo il rappresentante dell’associazione Genitori per…-
Non
ne uscirò mai più, pensa Sam
Ore 19:45. La giornata sembra finalmente
finita, ma l’ultimo treno è irrimediabilmente partito.
-Serve un passaggio, Senatore?-
dice una voce ironica.
Sam
si ritrova davanti sua sorella e suo nipote.
-Uh ero convinto che foste già
partiti.- dice –Vi ho perso di vista dopo aver parlato con…-
-Abbiamo pensato che avessi troppo
da fare, così siamo andati in giro per la città.-
-Uh, avrei voluto farlo anch'io,
ma non sono riuscito a far di meglio che passare da un ufficio all’altro e
parlare, parlare, parlare…. Vi siete divertiti?-
-Una noia mortale.- risponde Jody
–E tu?-
-Ho sola cosa da dirti: se dovessi
scegliere tra il Teschio Rosso ed il rappresentante dei costruttori, sceglierei
il Teschio Rosso, almeno con lui so che sta cercando di fregarmi. Ma non
parliamo di questo. Qualcuno ha voglia cenare prima di tornare a casa?-
-Offri tu?- chiede Sarah.-
-Ma certo, ne dubiti?-
-Sai com’è… quando eri un
ragazzino mi scroccavi sempre tutti i panini.-
Fine
del primo giorno.
NOTE DELL’AUTORE
Ecco terminato un episodio che è sostanzialmente il prologo a quanto vedremo nel prossimo futuro. Ed ora un po’ di note.
1) L’originale
Impero Segreto era uno dei livelli di cui era costituita l’organizzazione che
faceva capo all’Hydra, così come l’A.I.M. Esso fu sconfitto dagli sforzi combinati
(per quanto inconsapevoli dell’Agente dello S.H.I.E.L.D. Gabriel Jones, che vi
si era infiltrato nei panni, anzi nella tunica, del N° 9 della suddetta
organizzazione e di Hulk, che sventò un paio di loro attacchi ad una superarma
e causò indirettamente la morte del misterioso N° 1 (Tanto misterioso che a
tutt’oggi non sappiamo chi ci fosse sotto il suo cappuccio -_^). Da allora ci
sono state varie versioni dell’Impero Segreto, la più famosa delle quali è
quella con cui si scontrò Capitan America (Captain America Vol 1° #169/175
pubblicati in Italia su Capitan America, Corno, #81/87), la più recente è stata
debellata in Difensori MIT #31. Questa nuova versione sarà molto più subdola
delle precedenti, in fondo è un Impero Segreto ed agirà come tale -_^
2) Forse non
molti sanno che Miss America, alias Madeline Joyce era un’eroina della Seconda
Guerra Mondiale, membro della Legione della Libertà e poi, dopo la Guerra,
della Squadra dei Vincitori. Nel 1949 si sposò con il compagno di squadra
Trottola, alias Robert Frank. Ebbero un figlio, Robert Frank Jr, attualmente
noto come Nuklo. Di recente l’alias di Miss America è strato assunto da Rachel
Leighton, già nota come Diamante e quello di Trottola da Delroy Garrett, ex
Triathlon. Qualcuno pensa che Nuklo ed il resto del Battaglione V potrebbero
avere da dire la loro sui nuovi Miss America e Trottola? Siete molto
perspicaci. Novità al riguardo sin dal prossimo episodio.
3) Il Super
Patriota (il Quarto con questo nome, se non sbaglio) è un vero e proprio
enigma. Di lui sappiamo solo si proclama autentico rappresentante
dell’americanesimo e che le sue idee ed i suoi metodi fanno sembrare U.S.Agent
un paladino delle libertà civili. Non lo abbiamo visto per molto tempo, ma
presto il velo sui suoi misteri inizierà a sollevarsi… forse.
4) S’infittisce
il mistero sulla sparizione di Roberta Mace. Già nel prossimo episodio nuove
rivelazioni ed un imprevisto colpo di scena.
5) L’ultima
storia, il cui titolo è un omaggio ad uno storico film di Frank Capra, ci serve
per introdurre Sam Wilson alias Falcon nel mondo ambiguo della politica. Il
ruolo di Sam come Senatore di Stato e come questo influenzerà la sua carriera
di supereroe e la sua vita privata, lo vedremo, ovviamente, nei prossimi
episodi.
Nel
prossimo episodio. Apparentemente sembra tutto facile: U.S.Agent si batte col
Superpatriota e Cap e Miss America intervengono per sedare la rissa, ma cosa
c’entra questo con Spirito Libero e il Maggiore Vittoria? E quale sarà il
destino di Roberta Mace? C’è un solo modo per saperlo de sapete qual è. -_^
[1] Di cui sarete certo al corrente, se avete letto gli ultimi episodi dei Vendicatori.
[3] In Capitan America #23
[4] E’ accaduto in Capitan America #5
[5] Vedi “Il protocollo0 Superia” in Cap #9/10 e New Warriors #5
[6] Delroy Garrett, l’ex Triathlon, ora la Trottola.
[7] Ovviamente, Rachel sa quello che sanno quasi tutti e cioè che Capitan America è morto nell’esplosione dell’Eliveicolo e che ora è sepolto ad Arlington.
[8] Ed anche per un'altra serie, vi consiglio, infatti, di seguire i Vendicatori per saperne di più (Un Carlo pubblicitario. -_^)